Muro Contro Muro

La compagnia TeatroZeta de L’Aquila in collaborazione con il Goethe-Institut Italien di Roma e con il patrocinio del Comune di Roma presenta il nuovo spettacolo Muro contro Muro in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino.
Il regista Manuele Morgese, prendendo spunto dalle pagine del libro di Michael Reynolds “1989” ha unito attori e storie, suoni e immagini, “ per un ideale , enorme graffito contro l’intolleranza e contro il tetro grigiore dei muri. Per nuovi giovani architetti che all’ottusa rigidità dei muri sostituiscano l’acuta flessuosità dei ponti.”

Muro contro Muro parte dalla storia d’amore di Leda e Karl, due giovani di Berlino, lui dell’est lei dell’ovest, e attraverso le loro vite, come pagine di un diario,percorre in più di trent’anni la storia del muro di Berlino. Ad essa si intrecciano altre storie di personaggi che raccontano dei muri invisibili che attraversano la società di oggi; guerra, razzismo, violenze. Storie che come mattoni innalzano un muro d’intolleranza e odio difficile da distruggere. Profondamente radicato nella memoria di diverse generazioni, il muro di Berlino è ancora oggi un simbolo di resistenza, un luogo di sofferenza e di parole altisonanti. Ma anche dopo la sua caduta gli uomini non hanno smesso di erigere nuovi muri, meno simbolici, meno noti, addirittura nascosti, tuttavia eretti con lo stesso miscuglio di terrore. Stesso misero impasto di muri immateriali che separano gli uomini per razza, religione, cultura, ricchezza.
Lo spettacolo termina con le parole dello scrittore in scena: “Forse siamo noi che abbiamo nella testa questo maledetto muro.”

Note di regia
Muro contro muro rappresenta il tentativo, da un lato di recuperare la memoria storica del muro di Berlino e degli eventi legati ad esso, dall’altro quello di denunciare l’esistenza di infiniti muri “ morali”, invisibili, quali indifferenza, odio, razzismo, intolleranza. Come tante voci, testimonianze di un presente spesso alienante, ciascun personaggio in questa rappresentazione rivive il proprio dramma redimendosi in una confessione catartica allo spettatore.

Filo conduttore dell’intero lavoro è la storia d’amore tra Karl e Leda, storia che parte dagli anni ’60 e arriva fino agli anni ’80, ossia fino alla caduta del muro di Berlino. Come in un diario personale i due giovani, lui dell’est lei dell’ovest, intrecciano la loro testimonianza con quella di una giovane prostituta dell’Est, di un soldato “recluso” nella propria torre d’avvistamento, di un ragazzo gay picchiato a sangue, di un sudafricano testimone dell’apartheid, di un’inviata di guerra in Terrasanta,di un israeliano e di un palestinese.
“Forse è vero, siamo noi che abbiamo nella testa questo maledetto muro.”
In questa frase memorabile è riassunta l’essenza di tutto il lavoro e cioè che i muri, quelli veri e insormontabili sono frutto dell’egoismo e della perversione degli uomini.
L’intero spettacolo è scandito dalle note dal vivo, testi di Bertold Brecht e dai passi di una ballerina.
Manuele Morgese